Enrico Castellani è stato insieme a Piero Manzoni e Agostino Bonalumi, uno dei grandi animatori dell’arte italiana negli anni sessanta.
Sostenevano l’azzeramento dell’arte e della tradizione, usando gli stessi mezzi attraverso i quali si era espressa la pittura fino a quel momento: la tela, il pennello e il colore, ridotti ai minimi termini.
Castellani usa la tela monocroma, il più delle volte bianca, e la tende su punte che la modellano dal retro.
La superficie tridimensionale diventa, così, superficie percettibile.
Enrico Castellani voleva che le sue opere fossero “indiscutibili”, non interpretabili, addirittura impersonali.
Niente denuncia la presenza di una mano o una mente, di un gusto o di una tendenza: la tela è un oggetto, diviso idealmente in parti uguali e simmetriche, attraverso un reticolo regolare, un calcolo matematico.