E’ stato il fondatore del movimento spazialista. Sin dal 1949, infrangendo la tela con buchi e tagli, egli superò la distinzione tradizionale tra pittura e scultura.
Lo spazio cessò di essere oggetto di rappresentazione secondo le regole convenzionali della prospettiva.
La superficie stessa della tela, interrompendosi in rilievi e rientranze, entrò in rapporto diretto con lo spazio e la luce reali. Le sue tele monocromo, spesso dipinte a spruzzo, portano impresso il segno dei gesti precisi, sicuri dell’artista che, lasciati i pennelli, maneggia lame di rasoio.
Tutto è giocato sulle ombre con cui, specie la luce radente, sottolinea le soluzioni di continuità.